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venerdì 14 agosto 2020
COME GLI STA ?
...a loro forse bene, bisogna vedere ai palestinesi.
Gli Emirati Arabi Unit isono il terzo paese arabo (dopo Egitto e Giordania) a riconoscere ufficialmente l'esistenza di Israele che, in cambio, "sospende" la già annnciata annessione della Cisgiordania.
Lo storico accordo accordo tra Mohamed Bin Zayed e Netanyau può essere un importante tassello per la pace in M.O. anche se non v'è dubbio che fa parte della strategia di Trump per un sempre maggiore isolamento dell'IRAN.
martedì 30 giugno 2020
FAR EAST
L'Iran emette un mandato di arresto internazionale contro Donald Trump accusato dell'uccisione del generale Qassem Soleimani.
Molti commentatori non attribuiscono moltsa importanza a quela che viene ritenuta più una trovata propagandistica che una vera minaccia.
L' Interpol ha già dichiarato che non lo terrà in considerazione ma è certo che la mossa iraniana di
sollevare il problema dei crimini di guerra in tempo di "pace" è destinata a fare rumore.
sabato 11 gennaio 2020
UN ERRORE PUO' SEMPRE ACCADERE
Ed è questo che ci deve preoccupare e non tanto o non solo nei confronti dell'Iran, che peraltro nel riconoscere il tragico errore dell'abbattimento del Boeing ucraino si sta dimostrando molto più civile di altri (vedi Ustica ad es.).
Dovremmo stare attenti all'errore umano, al matto di turno e perchè no anche alla "deficienza artificiale".
venerdì 10 gennaio 2020
LO SCHIAFFO DEL SOLDATO
Si stenta a credere che la reazione iraniana all'uccisione del generale Soleimani si sia limitata al lancio di alcuni missili sulle basi americane in Iraq peraltro con preavviso.
Se questo era il famoso schiaffo all'America promesso da Khamenei possiamo tirare un sospiro di sollievo, come del resta hanno fatto anche le Borse mondiali.
Finché si scherza.
martedì 7 gennaio 2020
ROVINE
Si stenta a credere che Trump, come risposta ad eventuali atti di ritorsione, abbia minacciato di bombardare i siti archeologici iraniani patrimonio dell'umanità riconosciuti dall' UNESCO.
O forse il tutto è solo un problema culturale?
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lunedì 6 gennaio 2020
RIVELAZIONE
Dietro le dichiarazioni tonitruanti destinati alla propaganda mediatica pare che i contatti tra USA e IRAN non siano mai cessati.
Subito dopo l'assassinio di Soleimani Trump ha telefonato a Kahmenei per spiegargli che il gesto non era proprio un atto ostile.
Non che manchi la voglia americana di eliminare il regime degli Ayatollah né quella iraniana di punire il "grande satana" ma nessuno vuole prendersi la responsabilità di scatenare un conflitto mondiale.
domenica 5 gennaio 2020
IL PERICOLO E' IL SUO MESTIERE
Penso che tutti abbiano capito quanto piace a Trump giocare a Poker. Quello che non si può valutare è quanto può durare la sua tattica senza provocare danni irreparabili.
A parte "l'aderisco incondizionatamente" di Salvini (chi non ricorda Totò?) anche i più fedeli alleati degli USA cercano di prendere le distanze da una mossa di cui non si sentiva proprio la mancanza.
(CARTOONMOVEMENT)
sabato 4 gennaio 2020
FALCHI
L'uccisione del generale iraniano Soleimani per ordine di Trump segna la
vittoria dei falchi e l'inizio probabile di una spirale di violenza
dalle conseguenze imprevedibili.
Non è proprio la migliore apertura del nuovo anno.
Difficile
valutare quante migliaia di vite, secondo la giustificazione americana,
verranno salvate da questo assassinio, molto più facile purtroppo sarà
conteggiare i morti, ma
come direbbe Vonnegut, "così va la vita".
giovedì 19 settembre 2019
L'ATOMICA PUO' ATTENDERE
Un "semplice" attacco di droni distrugge la più importante raffineria saudita dimezzando più o meno provvisoriamente la produzione di greggio del più importante esportatore mondiale.
I droni sembrano iraniani ma è probabile che il lancio sia opera dei ribelli yemeniti impegnati da quattro anni in una sanguinosa guerra civile di fatto contro l'Arabia Saudita e praticamente ignorata dal mondo occidentale. Che ora ha sentito puzza di petrolio e si sta preoccupando.
venerdì 21 giugno 2019
IL PRETESTO
L'abbattimento del drone americano da parte dell'Iran stava per scatenare la tanto temuta guerra.
Ma non era forse molto prevedibile che sarebbe stato abbattuto?
Tutto sembrerebbe organizzato per creare il "casus belli" e l'indignazione degli USA ricorda un po' il principio del famoso Marchese del Grillo.
Difficile capire se il tutto fa parte della rischiosa strategia di logoramento o se veramente siamo alle prove in costume per un intervento armato
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venerdì 14 giugno 2019
IL SILURO FUMANTE
Il falco John Bolton non ha dubbi: le due petroliere in transito nello stretto di Hormuz solo state silurate dall'Iran. Donald Trump, che in confronto al suo Mnistro della difesa sembra un moderato, prende tempo ma non è detto che il tutto non faccia parte dell'usuale strategia della tensione.
Finchè una scintilla vagante non finirà nella santabarbara.
domenica 12 maggio 2019
SOTTO I BAFFI
Gli USA schierano la flotta di "pronto intervento" nel Golfo Persico.
Inequivocabile provocazione rivolta all'IRAN, evidente minaccia dell'uso della forza dopo il lento strangolamento delle sanzioni.
Strategia molto cara a Trump e mai nascosta dal Consigliere Bolton, il quale non si sa se, sotto i baffi, spera più in una resa incondizionata o in una reazione che possa costituire un (tragico) casus belli.
martedì 6 novembre 2018
TIRO AD EFFETTO
Probabilmente anche per motivi elettorali (oggi il voto di midterm) Trump ha fatto rotolare la boccia delle sanzioni contro l'Iran ma mirando anche alla UE. Ha anche abilmente aggiunto al tiro un effetto dirompente escludendo (per il momento) la Grecia e l'Italia.
(cartoonmovement)
venerdì 10 agosto 2018
SANZIONI
In Iran la critica situazione economica interna rischia di sfociare in guerra civile, nel Mondo la paura delle ritorsioni USA trova improvvisamente tutti concordi sulla legittimità delle sanzioni.
Non mi pare che Trump, sia pure con modalità diplomatiche insolite, si discosti dalla linea sempre seguita dagli USA e cioè quella di imporre le ragioni del dollaro creando le situazioni in cui o si mangia quella minestra o si salta dalla finestra.
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giovedì 10 maggio 2018
IL TAPPO SALTATO
L'uscita degli USA dal patto voluto da Obama siglato nel 2015 tra le sei potenze mondiali (quello che comunemente viene definito il 5+1 ovvero Stati Uniti, Russia, Francia, Cina, Gran Bretagna, cioè i cinque Paesi che hanno diritto di veto all'Onu più la Germania) con l'Iran e che metteva fine alle sanzioni decise da Stati Uniti, Unione europea e Nazioni Unite, sta preoccupando il mondo intero ad eccezione di Trump e Netanyahu.
Per l'Europa sarà difficile sfidare le sanzioni commerciali contro l'Iran sotto la minaccia dei dazi alle importazioni americane. Per la pace nel mondo la decisione mette in seria difficoltà l'ala moderata di Teheran favorendo l'ala integralista intransigente che potrebbe finalmente rappresentare la tanto cercata "pistola fumante" a giustificazione di un intervento armato. Amen.
(CARTOONMOVEMENT)
mercoledì 2 maggio 2018
SUL FILO DEL RASOIO
Nonostante che la IAEA, l'organismo internazionale preposto al controllo della proliferazione nucleare, affermi che dal 2009 non vi sono prove di attività iraniane miranti alla costruzione di ordigni nucleari, Netanyahu e Trump dichiarano di aver prove del contrario minacciando di passare alle vie di fatto. Non senza cercare di coinvolgere anche l'Europa in un giochino molto pericoloso.
(cartoonmoovement)
sabato 7 aprile 2018
COPRIRE LE VERGOGNE
La TV iraniana sbianchetta le mammelle della Lupa nel logo della Roma. Noi peraltro
due anni fa, in occasione della visita di Rouhani, avevamo coperto le statue nude in Campidoglio pare senza che ce lo avessero neanche chiesto (vedi).
A quando una modifica del concetto di immoralità?
martedì 20 febbraio 2018
E' VOSTRO QUESTO ?
Alla "Munich Security Conferenze" Netanyahu accusa Teheran di continue provocazioni per scatenare un conflitto armato teso alla distruzione di Israele. Un po' come Powell e la (finta) famosa provetta di antrace sventola come prova un pezzo del drone iraniano sconfinato e prontamente abbattuto dalla contraerea israeliana. Altri e più concreti tuttavia i pericoli dell'innesco irreversibile di un conflitto da cui sicuramente usciremmo tutti perdenti.
(cartoonmovement)
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domenica 11 febbraio 2018
IL DENOMINATORE COMUNE
Tutte le contraddizioni dei conflitti scoppiati dal 2001 in poi sembrano concentrarsi in Siria. Alleati che combattono insieme ufficialmente per motivi religiosi si trovano a confliggere per questioni geografiche. Sarà anche dietrologia ma uno solo sembra il denominatore comune.
domenica 3 dicembre 2017
DA YALTA A SOCHI
Comprensibilmente senza gli USA , con l'assenza ingiustificata della UE il nuovo Zar Putin ridisegna assieme a Irane e Turchia il nuovo assetto del Medio Oriente.
(CARTOONMOVEMENT)
Troppo evidente il richiamo alla famosa foto di Yalta con Churchill, Roosvelt e Stalin oggi ritoccata anche sulla copertina dell'Espresso che però, giuro, non avevo ancora visto.
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